2013-01-15 08:47:05 UTC
Annunciando la futura fusione Fiat-Chrysler – o viceversa, vedremo – Sergio Marchionne (nella foto con Lapo Elkann e Luca di Montezemolo) ha detto una cosa importante, anzi due.
La prima è che Alfa non deve più fare errori come con la 159, troppo pesante e con motori inadeguati e dunque impossibilita alla nascita a far concorrenza a BMW e Audi.
La seconda è che per il rilancio di Alfa servono cuori nuovi, nuovi motori.
Questo è infatti il punto di un qualunque possibile rilancio della Casa Italiana che sta ancora smaltendo le scorte della 159 (la produzione a Pomigliano è cessata da più di un anno) e che sta sul mercato con due soli modelli: MiTo (già un po’ appassito, per la verità) e Giulietta ( che invece va benone).
Perché se si scorre il catalogo della concorrenza, sempre loro, BMW e Audi si scopre un mondo infinito di motorizzazioni e potenze, quattro, sei otto cilindri fino alle versioni supersportive targate rispettivamente M e S.
Il cosiddetto mercato premium o sportivo che sia è presidiato fortemente dai tedeschi non solo per quantità di modelli, ma anche perché hanno investito in tecnica motoristica: sistemi ibridi, turbo, biturbo, triturbo…
Insomma una galassia davvero difficile da affrontare. Se non con forti investimenti.
Perché una cosa è certa: il versante americano dell’alleanza non ha in catalogo propulsori che possanno andar bene per il marchio italiano.
E qui ci sono due strade per Marchionne: o farsi i motori in casa – con i costi relativi – o cercarli attraverso ulteriori partnership. Forse questa soluzione è più praticabile.
E allora aspettiamoci novità…
Tag: Alfa Romeo, alleanze, audi, BMW, motori, Sergio Marchionne
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